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Vì RUTIGLIANO

 

Vittoria Rutigliano nasce il 10/2/197X in Puglia, a Conversano in provincia di Bari. Inizia gli studi artistici frequentando la sezione Tessuto dell’Istituto Statale d’Arte di Monopoli e nel 1996 si laurea presso l’Accademia di Belle Arti di Bari, prima in Scenografia e, qualche anno dopo, anche in Decorazione.

Da sempre dipinge e disegna, integrando la sua formazione artistica con quella musicale. Ha studiato pianoforte e in seguito violoncello. Questa costante immersione nella musica si tramuta spesso in forma estetica e pittorica. Non c’è quadro di Vì che non sia stato creato ascoltando musica.
Dal 2010 si dedica esclusivamente al Collage e al Foto Collage, acquisendo grande padronanza della tecnica, sviluppando metodi d’incollaggio personali e sperimentando diverse interazioni con vernici, supporti e cornici. I tratti originali e distintivi dei suoi collage sono la costruzione di immagini con immagini, l’equilibrio nella composizione, i fondi ampi e aerosi, i numerosi “graffi” sulle opere su tela. L’esperienza tecnica e la maturità artistica le hanno permesso di confrontarsi anche in ambiti solitamente distanti dal collage come la tematica sacra o la ritrattistica su commissione. Nella “Serie Dorata”, l’umanità viene ricostruita nel punto in cui l’immagine pubblicitaria la falsifica. I ritagli decontestualizzati dagli impianti fotografici originali, il cui scopo è spesso quello di generare consumi, sono ricomposti in personaggi iconici, ironici, onirici e aristocratici, che si esibiscono in storie dagli esiti infinti, e che sono immersi nelle più disparate epoche. Le cornici di gusto classico sono parte integrante e fondante di queste opere. Il loro mancato restauro conferisce maggiore “vecchiaia”, e dunque, più fascino di vita vissuta al quadro nel suo complesso. E più aumenta questo respiro passato e più è grande la suggestione, il piacevole inganno, che le opere di carta siano antiche e riscoperte, a dispetto della loro estetica contemporanea. Elementi ridondanti sono gli sguardi, spesso fatti di occhi sovrapposti, il tempo, espresso con corone di cronografi o quadranti di orologi, e le pose nobili e aristocratiche. Di tutt’altro impatto i lavori dell’“Etude D’Arianne” dove, sulle grandi tele, trovano spazio ampie composizioni cromatiche e muri d’immagini. Veri e propri “bombardamenti” sganciati dall’esercito pubblicitario e disinnescati, nel loro originario intento di spingere a consumare, dalla “sublimazione artistica che muta le immagini in altro significante”. Soffermandosi in una prolungata e rilassata osservazione di queste opere, il carattere forte e a tratti aggressivo dell’impianto compositivo lascia spazio alle singole immagini che stimolano ricordi, riflessioni, sogni futuri, pensieri, un vero e proprio, serrato e intimo, flusso di coscienza. Quadri camaleontici, sibillini, dove l’eleganza convive con il trash, il lusso con l’essenza, la confusione con l’armonia. Accade che alcuni dettagli rimangano nascosti per anni prima che l’osservatore ne abbia piena contezza. Ancora. La serie “Musicale Fluo” esagera di colori e ritagli, dove ogni opera può contare centinaia di pezzi di carta, e dove convive una tripla lettura: a luce naturale, a luce colorata e con le lenti “ChromaDepth”. Con la luce naturale si può apprezzare tutta la composizione grafica del quadro in ogni singolo dettaglio; con le luci colorate si attivano le tridimensionalità fluorescenti e, infine, con le lenti “ChromaDepth” si amplifica ulteriormente la tridimensionalità cromatica generando una percezione ologrammatica. Torna, qui, predominante e onnipresente la Musica, unica e assoluta protagonista di questo filone espressivo di Vì. Il Rock ’60 e ’70, insieme ai supereroi, nati in quegli anni e oggi più in forma che mai, si galvanizzano per essere quadri – “fighissimi!”, “wow!” “mammamia” –. Queste, tra tante, le più comuni reazioni di stupore espresse dal pubblico al cospetto delle cinquanta opere “Fluo” presentate da Vì dal 2018 con l’installazione “fLUOeXPERIENCE” e le sue tre letture di questo ciclo.