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Antonio CALABRESE

Mi piacerebbe...
Mi piacerebbe fare il giro del mondo in aeroplano, ma non troppo in fretta:
vorrei navigare pian piano sulle nuvole come una barchetta e di lassu gettar l'amo,
pescare una stella, due stelle gemelle, la luna o la mezzaluna, grande come una virgola, o poco di più.
Ogni tanto guarderei giù, vedrei passare i paesi, i mari, le città e la gente che ci stà.
Gianni Rodari
Antonio Calabrese
Nasce a Nardò in provincia di Lecce nel 1947. Autodidatta da sempre, appassionato alla pittura ha fortemente cercato in essa il mezzo per esprimersi.Si è diplomato maestro di scuola all'Istituto Magistrale. Successivamente ha insegnato nelle scuole elementari. Nel 2004 ha iniziato a dipingere e cercando un dialogo con un pubblico più vasto espone a Treviso nel 2009 in una personale dal titolo "Trevisi Accademie". Nel 2010 é a Firenze nella galleria d'Arte Mentana in una collettiva, da allora si è orientato sia nella tecnica, sia nell'uso del colore che nel contenuto espositivo verso un suo surreale, trovando in esso i modi per esternare ciò che gli era necessario. La sua ricerca, soprattutto nella fase iniziale lo riporta a Lecce nella 1 Biennale Internazionale del 2010, orientando la sua pittura verso una osservazione e rappresentazione di paesaggi inondati di luce, in una dimensione vicina al surreale e alla metafisica.
Ha proseguito poi con la seconda Biennale a Lecce  2012 nell’esplorazione di realtà fiabesche, irreali, cariche di colore e di immagini sottratte a piene mani al mondo della fiaba tanto vicina all’infanzia. Nel 2013 partecipa alla Biennale di Palermo e servendosi degli elementi in essa presenti, dei contenuti di ambienti legati ai profondi immaginari della fanciullezza vissuta ha raccolto sentimenti ed emozioni, ha cercato di presentare i contenuti del positivo dove il bello, del buono, del non contaminato dalle ostilità che il vivere pone incessantemente ed inevitabilmente all’umana specie, in una mostra personale "Labirinto Poetico" del 2016 in Art Gallery Parma. Le sue opere hanno partecipato a tante manifestazioni e mostre collettive, alcune sono in permanenza nella pinacoteca di Luxor (Egitto). Ultimo evento nelle sale delle Arti Decorative del Louvre (2018).
Nota critica di... Giovanna Barozzi
La realtà mitigata dalla favola, conoscenza e sentimento latenti, temi naturalistici e temi fantastico magici: è la metafora della vita già propria del mondo classico fatta di alterne illusioni anelanti alla felicità. Nell'osservare le opere di Antonio Calabrese siamo catturati da un immediato senso di allegria infantile che ci pervade, è come imbattersi in una giostra dai colori di festa… ma guai a crogiolarvisi spensierati! Guardiamoci dall'ignorare l'idea di fondo strutturata e composita che permea tutto il progetto del "qua-dro", niente è occasionale e "vacuo", tutto scaturisce dalla riflessione e dalla consapevolezza della realtà che sublimata è meticolosamente organizzata nella programmazione dell'opera. Nella prima riga ho sopra scritto "conoscenza e sentimento" ora aggiungo "etica e morale" di una vita cercata e scelta nella libertà dell'Arte, perché sono i luoghi dell'Anima che diventano realtà nella contaminazione fra mondi fantastici e mondi concreti ove il colore - velando il pensiero - ci accompagna poeticamente altrove... La policromia lussureggiante che suggestiona l'occhio che sfiora i quadri di Antonio Calabrese potrebbe far pensare a un'arte - come si suole dire - "naif", ma se il termine venisse semanticamente considerato (*) sarebbe riduttivo e improprio nei confronti di questo artista. E infatti attraverso reminiscenze di un sentire che è passato attraverso la metafisica, l'astrattismo, il surrealismo o l'impressionismo, che Calabrese ci propone una summa espressionista che da un impianto strutturale elabora trame di pensiero attraverso forme apparentemente semplici servendosi di una sapiente tavolozza di colori e, all'intelligenza attenta, confida la sua missione per un recupero di quei valori del "bello" e del "buono" di un'antica filosofia di vita suo desiderio di un mondo per l'uomo. 
(*)Nel rispetto sia del "Grande Dizionari Italiano" di Aldo Gabrielli per le Edizioni Hoepli che la definisce "una forma d'arte che si esprime istintivamente, rappresentando la realtà quotidiana in modo ingenuo e immediato, ma carico di grande suggestione", ma anche del Dizionario di Sabatini-Coletti che così riporta "pittura che rappresenta la realtà in maniera ingenua, quasi primitiva, detto anche del pittore auto-didatta che dipinge con tale tecnica".